Nuovi metaboliti confermano la comunicazione intestino cervello
Ampia è ormai la letteratura scientifica sul cosiddetto asse intestino-cervello.Ovvero, sul modo in cui i microrganismi intestinali condizionano i sistemi del corpo, compreso il sistema nervoso centrale.
Il microbiota intestinale infatti può portare alla produzione di sostanze infiammatorie e può influenzare la funzione del cervello, in particolare favorendo disturbi del sonno e depressione. Ebbene, gli studi sulla comunicazione intestino cervello portano ora alla scoperta di due nuovi metaboliti batterici.
Cosa sono i metaboliti?
I metaboliti sono sostanze intermedie del metabolismo. In particolare, i metaboliti batterici vengono rilasciati durante i processi di fermentazione di matrici alimentari da parte di batteri probiotici.
I metaboliti microbici sono in grado di modulare il metabolismo imitando le molecole bio attive di origine umana.
L’asse intestino cervello è una via di comunicazione bi-direzionale, che prevede il passaggio di neurotrasmettitori, molecole infiammatorie, del sistema immunitario e soprattutto metaboliti di origine batterica.
La scoperta: un incrocio fra metabolomica e tecniche di imaging
La scoperta dei due nuovi batteri è stata pubblicata sulla rivista scientifica Science Advance da parte di un gruppo di ricercatori dell’Institute of Infection, Immunity and Inflammation nell’Università di Glasgow. Il team ha presentato due nuovi metaboliti di origine batterica per l’asse intestino-cervello, fino a ieri sconosciuti: il 3-metil-4-(trimetilammonio) butanoato (3M-4-TMAB) e il 4-(trimetilammonio) pentanoato (4-TMAP).
Questi metaboliti sono risultati analoghi strutturali della carnitina, identificati sia nell’intestino che nel cervello dei modelli murinici.
Campioni dei due tessuti: intestinale e cerebrale
In pratica, si prelevano dei campioni tissutali, come ad esempio il tessuto intestinale e quello cerebrale, dai quali si ottengono delle sezioni sottili che vengono fissate su dei vetrini di ossido di indio e stagno. Le sezioni così ottenute vengono quindi analizzate con la tecnica di ionizzazione MALDI associata a imaging. La sezione di tessuto, in continuo movimento nelle due dimensioni, viene contemporaneamente registrata con spettrometria di massa.
In questo modo si ottiene uno spettro di tutte le masse molecolari che definiscono un determinato campione a livello spaziale.
I metaboliti che simulano la carnitina
Nello studio, era evidente come i metaboliti batterici, identificati con i nomi di Clostridium clostridioforme e Clostridium symbiosum, determinassero la produzione di masse molecolari che si riducevano con la somministrazione di antibiotico. In particolare, questi metaboliti sono composti molto simili alla carnitina, un mediatore batterico cruciale nel metabolismo degli acidi grassi, il cui ruolo è essenzialmente quello di trasportare gli acidi grassi a lunga catena all’interno dei mitocondri, sotto forma di acetil-carnitina.
Ulteriori esperimenti condotti in vitro dai ricercatori hanno permesso di ipotizzare un potenziale ruolo inibitore dei metaboliti identificati nei confronti della carnitina nonchè dell’ossidazione degli acidi grassi a livello cerebrale.
Una ricerca fondamentale per l’esplorazione dell’asse intestino cervello
L’effetto inibitore di questi metaboliti nei confronti della carnitina potrebbero compromettere indirettamente alcuni circuiti neuronali. L’ossidazione degli acidi grassi fornisce infatti al cervello fino al 20% di energia ossidativa, necessaria per numerose funzioni neurologiche.
symbiosum, in particolare, è stato precedentemente identificato in persone obese, per cui si ipotizza un suo potenziale ruolo metabolico.
La scoperta dei nuovi metaboliti conferma la comunicazione intestino cervello.
Date la numerose correlazioni evidenziate tra microbiota intestinale e patologie del sistema nervoso, questi risultati sono di grande importanza.
Il test Sdrive: in 15 minuti analisi del metabolismo e dell’equilibrio microbico intestinale
Esiste un test dei marcatori epigenetici che è in grado, in soli 15 minuti, di offrire uno spaccato dell’intero organismo. SDrive è un test che unisce biofisica e Intelligenza Artificiale, analizzando il biomarcatore più potente che abbiamo, ovvero il capello.
Grazie a questa tecnologia possiamo leggere lo spettro di frequenza di ogni sostanza o fattore entrato in contatto con il nostro organismo e archiviato nel capello. Ciò produce, per risonanza, uno screening completo del sistema corpo, compreso il metabolismo degli zuccheri e degli cidi grassi, l’equilibrio microbico intestinale e il sistema cerebrale.
Se esiste una situazione di disbiosi, ovvero un’alterazione della microflora intestinale, SDrive è in grado di segnalarlo consentendo al medico di intervenire in modo efficace e mirato.
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