Il Nobel della Medicina 2019 va al “respiro della cellula”

Willian Kailin, Peter Ratcliffe e Gress Semenza sono i vincitori del Nobel per la Medicina 2019. I tre ricercatori hanno vinto per la loro scoperta dei meccanismi molecolari con cui le cellule umane e animali percepiscono e rispondono ai livelli bassi o inadeguati di ossigeno.

Quando parliamo di nutrienti non citiamo mai una molecola indispensabile per la nostra vita: l’ossigeno. A chiarirci il concetto sull’ossigeno ci arriva in soccorso l’Oxford English Dictionary che definisce un nutriente come “una sostanza che fornisce nutrimento per il mantenimento della vita e per la crescita”; altre definizioni includono “qualsiasi sostanza o materia che è necessaria per la vita e la crescita degli esseri viventi”; dunque, essendo l’ossigeno un requisito essenziale per tutti gli organismi aerobici e, date tali definizioni, è inequivocabilmente un nutriente. A livello cellulare l’ossigeno è riconosciuto come un fattore critico senza il quale la respirazione cellulare ed altri processi metabolici non possono avvenire.
Il metabolismo ossidativo, in particolare il catabolismo degli acidi grassi e del glucosio con la produzione di ATP attraverso la fosforilazione ossidativa e la respirazione mitocondriale, richiede un apporto continuo di ossigeno, quindi, glicogenolisi, glicolisi, lipolisi e ciclo dell’acido citrico hanno bisogno di ossigeno per svolgersi. Al termine della respirazione mitocondriale si possono produrre, grazie alla presenza di ossigeno, molecole di ATP che verranno riutilizzate in reazioni di sintesi, oppure calore utile nel mantenimento della termogenesi.
Dell’importanza dell’ossigeno non si sono però dimenticati dalle parti del Karolinska Instituet, anzi l’identificazione del meccanismo con il quale le cellule si adattano ai cambiamenti nei livelli di ossigeno è valsa il premio Nobel per la Medicina 2019. Ad essere premiati sono stati gli statunitensi William Kaelin e Gregg Semenza e il britannico Peter Ratcliffe che «hanno stabilito le basi per la nostra comprensione di come i livelli di ossigeno influenzino il metabolismo cellulare e la funzione fisiologica». Le loro scoperte hanno «spianato la strada a nuove promettenti strategie per combattere l’anemia, il cancro e molte altre malattie».

CHI SONO I VINCITORI
Il più anziano, Sir Peter J. Ratcliffe, ha 65 anni, nato in Gran Bretagna, a Lancashire nel 1954, ha studiato a Cambridge e poi si è specializzato in nefrologia a Oxford. In questa università ha dato vita a un gruppo di ricerca e ha avuto una cattedra nel 1996. Attualmente dirige il Centro per la ricerca clinica dell’Istituto Francis Crick di Londra ed è membro dell’Istituto Ludwig per la ricerca sul cancro. L’americano Gregg L. Semenza, 63 anni, è nato a New York nel 1956 e ha studiato biologia a Harvard e poi nell’Università della Pennsylvania. Si è specializzato in pediatria alla Duke University e dal 1999 insegna alla Johns Hopkins University, dove dal 2003 dirige il programma sulla ricerca vascolare. William G. Kaelin, 62 anni, è nato a New York nel 1957 e, dopo gli studi alla Duke University, si è specializzato in Medicina interna e oncologia alla Johns Hopkins University. Dal 2002 insegna a Harvard.

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