La radice del capello: il radar dell’organismo

Esiste una parte del nostro organismo, di cui nessuno parla mai se non per indagini specifiche, che è in grado di restituirci una fotografia esatta del nostro stato di salute in pochi minuti.

La radice del  capello può essere definita il nuovo radar dell’organismo.

I capelli sono sempre stati usati in tossicologia, o dalla polizia scientifica per rilevare il DNA dei potenziali assassini. Al pari, i capelli sono stati e sono tuttora utilizzati per il mineralogramma e per rilevare  l’esposizione delle persone a metalli tossici.

Le sostanze stupefacenti e i loro metaboliti si incorporano infatti nella matrice cheratinica e qui rimangono per lunghi periodi di tempo, consentendo di risalire al periodo di assunzione delle sostanze.

Ma il capello, oggi, può fare molto –immensamente- si più. Grazie all’AI e alla biofisica, il capello (o meglio la sua radice) può rivelarci ogni cosa sul nostro organismo.

Vitamine, minerali, amminoacidi, ma altresì stress ossidativo, disfunzioni metaboliche, sintesi proteica, metalli pesanti, campi elettromagnetici, virus e batteri…sostanze chimiche, infiammazione.

La radice del capello è un radar dell’organismo:  lo sta usando anche la NASA

Le cellule della radice dei capelli si dividono attivamente in un follicolo pilifero e riflettono sensibilmente le condizioni fisiche.

Lo stelo ha un vantaggio, in quanto registra le condizioni metaboliche dell’ambiente in cui si trova il soggetto.

La NASA sta conducendo molteplici esperimenti, fra cui analizzare l’effetto di un volo spaziale sull’espressione genica e sul metabolismo degli oligoelementi attraverso la scansione dei capelli, ovvero radice e fusto.

Lo scopo di questo esperimento è di esaminare l’effetto del volo spaziale di lunga durata sull’espressione genica e sul metabolismo degli elementi in traccia nel corpo umano analizzando i capelli umani. È in corso un’ulteriore analisi dettagliata dei campioni. I dati ottenuti aiutano a supportare lo sviluppo di test diagnostici che non richiedono sangue o urine.

Dal bulbo del capello, in 15 minuti, possiamo avere una mappatura di tutto l’organismo grazie alla AI

L’AI e la biofisica ci aiutano a trasformare quel potente biomarcatore che è il capello del radar del nostro organismo.

Noi siamo esseri bioelettrici e biorisonanti: lo vediamo facendo un elettrocardiogramma, un encefalogramma, ma altresì sottoponendoci a una risonanza magnetica nucleare.

La chiamiamo così perché gli atomi di idrogeno delle cellule seguono il campo magnetico impostato dal radiologo: risuonano con esso. La nostra matrice di acqua ci rende esseri bio risonanti.

Lo stesso DNA con la sua doppia elica si configura proprio come una antenna, che trasmette informazioni in due sensi: lo ha scoperto la scienza epigenetica vent’anni fa.

Solo una piccola parte del DNA ha geni codificanti: il restante 98% è genoma vivo, che comunica con l’esterno e determina la produzione di proteine in base ai fattori di impatto ambientale.

Esiste un test che in 15 minuti, dal bulbo di 3 o 4 capelli, è in grado di fare una scansione completa di tutto il nostro corpo: vitamine, amminoacidi, minerali, antiossidanti. Infiammazione cellulare, metabolismo, virus e batteri, metalli pesanti e campi elettromagnetici.

Il capello è un radar dell’organismo e può dirci se i fattori inquinanti ci stanno danneggiando

Il 45% circa di italiani è affetto da malattie croniche.

50 anni fa i casi di Alzheimer erano ridotti, ora superano il milione. 1 su 35 bambini nasce con la sindrome dello spettro autistico (era 1 su 10.000 negli anni Settanta) e le malattie del neurosviluppo sono in forte aumento. La resistenza insulinica si trova già nei bambini di 3 anni.

Cosa sta accadendo? Il DNA è impazzito? Assolutamente no. Il DNA costituisce la nostra base  ereditaria, il nostro hardwware: ma come questi geni si esprimono (ad esempio se si slatentizza una predisposizione al diabete) dipende al 98% da fattori ambientali.

Come mangiamo, come pensiamo, come viviamo, a quali inquinanti siamo sottoposti, quanti farmaci prendiamo, quando sport facciamo, che livello di stress ci tedia.

Ma la buona notizia è che le cellule si riprogrammano e i meccanismi sono reversibili: se riusciamo a leggere il sistema corpo, possiamo trovare la cause e altresì prevenire la malattia prima del suo insorgere. Le malattie croniche non aumentano perché il DNA è impazzito, bensì perché il genoma risponde ai fattori inquinanti che immettiamo nell’organismo.

Oggi, possiamo leggere tutti questi fattori grazie al test dei bio marcatori epigenetici SDrive

SDrive: il tuo radar per prevenire parte dal bulbo del capello

Possiamo leggere ogni cosa: non solo l’incidenza degli alimenti -e avere quindi una tabella nutrizionale perfetta per 90 giorni- ma vitamine, minerali, aminoacidi, sostanze tossiche, metalli pesanti. Dal test del bulbo è possibile verificare se il nostro sistema endocrino, cardio vascolare, cerebrale, intestinale, adrenergico, muscolo scheletrico, sono in equilibrio.

Se ci sono riattivazioni virali o se l’intestino è in disbiosi. Se il metabolismo funziona in modo corretto e le cellule sono infiammate, se il corpo è in stress ossidativo.

Si tratta di una gigantesca e perfetta “fotografia” in grado di dare un quadro di insieme e non di leggere le pagine a pezzi.

In questo modo, risulta evidente dove l’organismo è in squilibrio, dove vi è il rischio di patologia, dove invece le cose funzionano. E soprattutto, quali alimenti sarà meglio evitare e quali favorire di lì ai successivi 90 giorni.

Perché il 98% del nostro stato di salute dipende da fattori epigenetici, ovvero ambientali: il DNA incide solo sul 2%. E l’alimentazione costituisce gran parte di questo influsso ambientale: seguono lo stile di vita, il modo di pensare (il pensiero è energia e come tale ha un influsso sulla fisiologia). Tutto questo è racchiuso nella scienza epigenetica, che potremmo definire la medicina del futuro.

La radice del capello è il radar del tuo organismo: anche grazie alla AI

Come abbiamo detto, siamo esseri bio risonanti.

La bobina di Tesla posta nel dispositivo S Drive capta tutti i dettagli delle frequenze organizzate in una curva, dove ogni punto corrisponde a un elemento ben preciso.  E poi le raffronta con valori benchmark. Un esempio pratico? Se io mangio un pomodoro, quell’ortaggio avrà una sua massa, una energia, una frequenza che io assorbirò.  La scienza ci consente di verificare se quella frequenza è risonante con il nostro sistema corpo in modo positivo o no.

Al pari, il deposito biologico e frequenziale lasciato nel capello può leggere ogni altro fattore.

Ma se la biofisica ci consente questo grande risultato, è grazie alla AI che la massa di dati viene tradotta in un report di oltre 30 pagine, che nelle mani del medico diventa un navigatore per la salute del paziente.

Lo confermano gli oltre 350 centri che svolgono il test dei marcatori epigenetici SDrive in tutta Italia.

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