Malattie autoimmuni: la via epigenetica
Nutrizione errata, mancanza di micronutrienti come la vitamina D, lo zinco, gli Omega 3: ecco i fattori ambientali determinanti nella regolazione immunitaria. Ed ecco come scoprire le carenze che influiscono sulla nostra salute
Le malattie autoimmuni sono malattie infiammatorie croniche in cui il sistema immunitario è deregolato e non riesce a distinguere i propri tessuti da elementi estranei.
Questa disfunzione porta il sistema immunitario a non riconoscere le proprie cellule e ad attaccarle, provocando un’infiammazione cronica.
A oggi ne sono state descritte più di 150. Naturalmente, le manifestazioni sono diverse, a seconda degli organi colpiti dal sistema immunitario.
Ad esempio, nell’artrite reumatoide il sistema immunitario colpisce le articolazioni, nella sclerosi multipla il tessuto nervoso, nella psoriasi la pelle, nella malattia di Hashimoto la ghiandola tiroidea e così via.
L’approccio più recente alle malattie autoimmuni non è la soppressione generalizzata del sistema immunitario, ma la sua regolazione. Quest’ultima infatti migliora lo stato di infiammazione cronico e quindi il decorso della salute dei pazienti, a differenza della soppressione dell’attività immunitaria complessiva che aumenta il rischio di infezioni e di gravi effetti collaterali.
Cosa significa regolare il sistema immunitario? È quella che chiamiamo via epigenetica alle malattie immunitarie, ovvero, una correzione delle carenze dell’organismo e della dieta tali per cui migliorano i sintomi, la risposta ai farmaci, il decorso della malattia e la qualità della vita dei pazienti.
L’impatto dell’epigenetica: cos’è e perché è determinante
La scienza ha scoperto anni fa che il DNA non è il nostro destino. I caratteri immutabili rappresentano il 2% del nostro patrimonio ereditario: il restante 98% dell’espressione genica è determinato dall’ambiente ovvero come mangiamo (in grandissima parte), come pensiamo (determinante) e come viviamo.
“Epi” significa infatti “oltre”: le nostre cellule comunicano con l’ambiente, si riprogrammano ogni giorno e questo incide profondamente sull’espressione genetica. Alcuni geni possono rimanere silenti, altri esprimersi, dipende…da noi.
Possiamo orientare il nostro organismo nella direzione giusta o in quella sbagliata.
Malattie autommuni: la differenza dell’approccio epigenetico anziché immuno soppressore
Se l’attività del sistema immunitario risulta nemica dello stesso organismo, l’approccio per la maggior parte delle malattie autoimmuni è sopprimerne l’attività in maniera generalizzata. Da qui, una riduzione dell’intensità dell’infiammazione derivante dalla distruzione dei tessuti.
Tuttavia, la soppressione dell’attività immunitaria complessiva aumenta il rischio di infezioni e gravi effetti collaterali, come lo sviluppo di tumori maligni[2].
Per migliorare il decorso delle malattie autoimmuni, invece della soppressione immunitaria generalizzata, è preferibile la regolazione della sua funzione.
Ovvero, l’immunoregolazione.
Essa può essere effettuata in molteplici modi: con interventi farmaceutici, con l’uso di anticorpi, con l’uso di vaccini, con l’uso di sostanze come l’interferone e con interventi medici nello stile di vita, nell’alimentazione e nella correzione delle carenze dell’organismo[3]. Ovvero con la via epigenetica.
Negli ultimi anni, sempre più prove dimostrano il ruolo vitale delle carenze di micronutrienti e dei disturbi metabolici legati allo stile di vita e alla dieta nella regolazione immunitaria.
Quali carenze stanno influenzando il tuo sistema immunitario?
Fino a pochi anni fa carenze specifiche e disordini metabolici non erano facilmente individuabili con i comuni esami di laboratorio.
Attualmente, la scienza ha fatto passi da gigante. Esistono test semplici, non invasivi, altamente tecnologici, consentono di identificare con precisione carenze e disordini metabolici che influenzano la funzione del sistema immunitario e gravano sulla salute dei pazienti autoimmuni[4].
I micronutrienti che aiutano le cellule di regolazione immunitaria
La carenza di micronutrienti appesantisce le funzioni del sistema immunitario.
Esistono cellule di regolazione immunitaria, dette cellule Treg.
Le cellule regolatrici sono una classe di linfociti T che
La somministrazione di alcuni di essi in dosi superiori ai livelli attualmente raccomandati può aiutare a ottimizzare le funzioni immunitarie, andando a migliorare le difese dell’organismo e la resistenza alle infezioni. Allo stesso tempo, si rafforza la capacità del sistema immunitario di riconoscere i propri tessuti e di non aggredirli[5].
Un fattore chiave nello sviluppo dell’autoimmunità è la compromissione della funzione delle cellule di regolazione immunitaria (cellule Treg). Le cellule regolatrici sono una classe di linfociti T che svolgono un ruolo strategico nel mantenimento della normale funzione immunitaria. La loro disfunzione è stata strettamente collegata allo sviluppo dell’autoimmunità e del cancro[6].
Ebbene, l’identificazione e correzione delle carenze di vitamina D, zinco, omega-3, probiotici e antiossidanti, migliora l’attività delle cellulare Treg.
Questo, è l’approccio epigenetico alle malattie autoimmuni.
La vitamina D: un importante effetto immunogreolatore
La vitamina D ha un effetto immunoregolatore predominante sul sistema immunitario.
La mancanza di vitamina D deregola il sistema immunitario e riduce la sua capacità di distinguere i propri tessuti dagli elementi estranei.
Bassi livelli di vitamina D sono associati allo sviluppo di malattie autoimmuni.
Uno studio clinico condotto dalla Harvard Medical School che ha seguito 25.871 persone per 5 anni, ha dimostrato che la sua somministrazione a lungo termine riduce significativamente l’insorgenza di malattie autoimmuni[7].
Inoltre, la vitamina D ha un effetto positivo sull’infiammazione cronica e alti livelli di essa nel sangue sono associati a livelli ridotti di anticorpi anti-tiroide.
Resistenza all’insulina e autoimmunità: i fattori epigenetici decisivi
L’insulino-resistenza è un fattore che influisce negativamente sull’attività delle cellule regolatorie immunitarie: livelli elevati di insulina sopprimono le cellule regolatrici e aumentano il rischio di sviluppare malattie autoimmuni e infiammazioni croniche[8].
Nutrizione e stile di vita: i fattori epigenetici determinanti nelle malattie autoimmuni
Essa si verifica quando le cellule del fegato, del tessuto adiposo e dei muscoli cercano di proteggersi dall’aumentata disponibilità di glucosio e non rispondono a questo ormone.
L’aumentata assunzione di alimenti che contengono zucchero o che aumentano bruscamente la glicemia, unita alla scarsa attività fisica e alle carenze di vitamine e micronutrienti necessari per la normale azione dell’insulina, sono i principali fattori di sviluppo dell’insulino-resistenza.
La nutrizione svolge un ruolo importante nelle malattie autoimmuni a causa del suo effetto sul microbioma del corpo.
I disturbi del microbioma deregolano il sistema immunitario e contribuiscono allo sviluppo di malattie autoimmuni[9].
La risoluzione dell’insulino-resistenza e il ripristino della flora microbica hanno un ruolo centrale nella regolazione immunitaria e nel trattamento delle malattie autoimmuni.
Le carenze di micronutrienti e vitamine, che partecipano ai processi metabolici del corpo, influiscono negativamente sulla salute, facilitano lo sviluppo dell’insulino-resistenza, ostacolano la guarigione dei tessuti e promuovono l’infiammazione cronica.
Come scoprire quali carenze ha il nostro organismo?
Per i pazienti con malattie autoimmuni che soffrono di disturbi metabolici, è essenziale identificare le esatte carenze che incidono sulla loro salute, poiché queste sono direttamente correlate al decorso della malattia.
Fino a pochi anni fa, la registrazione precisa delle carenze e dei disordini metabolici in ogni individuo era particolarmente difficile con i metodi di misurazione classici. Quindi la loro correzione si basava su linee guida generali.
Oggi, è possibile una accurata misurazione delle carenze e delle vie metaboliche che influenzano lo stato di salute di una persona. Uno dei test più veloci, precisi e non invasivi sul mercato si chiama SDrive.
Metabolismo degli zuccheri, produzione di energia, stato della flora microbica intestinale, antiossidanti, vitamine, sistema ormonale, stato infiammatorio: ecco alcuni dei valori che Sdrive ci consente di individuare in soli 15 minuti.
Più di 800 marcatori epigenetici saranno a disposizione del medico per effettuare uno screening accurato dell’organismo e comprendere quali valori sono da rimettere in equilibrio. In più, il test SDrive offre un piano alimentare a 90 giorni, con un approccio al paziente personalizzato, predittivo e preventivo.
Sdrive rappresenta la nuova frontiera della scienza epigenetica: la radice di tre capelli, ovvero uno dei bio marcatori più potenti dell’organismo, consente un check up istantaneo.
La regolazione del sistema immunitario attraverso interventi medici nello stile di vita, nella correzione delle carenze dell’organismo e nella dieta, porta effetti immediati:
-Riduce le riacutizzazioni infiammatorie della malattia
-Riduce gli effetti collaterali dei farmaci e migliora la risposta del corpo ad essi
-Riduce la sensazione di affaticamento e aumenta i livelli di energia
-Porta ad un miglioramento del metabolismo, una riduzione del peso corporeo e del grasso viscerale
-Migliora notevolmente la vita quotidiana delle persone con malattie infiammatorie croniche, come la malattia di Hashimoto, la psoriasi, l’artrite reumatoide, la colite ulcerosa.
-Riduce il rischio di malattie cardiovascolari e diabete
– Migliora il metabolismo degli zuccheri e dei lipidi
Correggere le carenze dell’organismo, ripristinare il metabolismo e regolare il peso a livelli normali, cambia radicalmente in meglio il corso della salute nelle persone con malattie autoimmuni e migliora la qualità della vita, (10-15].
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
[1] Autoimmune Disease List. AARDA.
[2] Immunomodulation in Autoimmune Disorders. S Sengupta et al. Springer-Nature Chapter 10. 18 June 2022
[3] Challenges, Progress, and Prospects of Developing Therapies to Treat Autoimmune Diseases. Lars Fugger et al. Cell April 2020.
[4] Targeted Metabolomic Analysis of Serum Fatty Acids for the Prediction of Autoimmune Diseases. Dimitris Tsoukalas, Vassileios Fragoulakis, Evangelia Sarandi et. al. Frontiers in Molecular Biosciences, Metabolomics (6), 2019
[5] Nutritional Modulation of Immune Function: Analysis of Evidence, Mechanisms, and Clinical Relevance Dayong Wu et al. Front. Immunol., 15 January 2019
[6] Regulatory T Cells in Autoimmunity and Cancer: A Duplicitous Lifestyle Aikaterini Hatzioannou et al. Front. Immunol.,2021.
[7] Vitamin D and Marine n-3 Fatty Acid Supplementation and Prevention of Autoimmune Disease in the VITAL Randomized Controlled Trial American College of Rheumatology. Hahn J. et al Arthritis Rheumatol. 2021; 73 (suppl 10).
[8] Insulin Inhibits IL-10–Mediated Regulatory T Cell Function: Implications for Obesity Jonathan M. Han, Scott J. et al. J Immunol 2014
[9] Autoimmune Inflammation and Insulin Resistance: Hallmarks So Far and Yet So Close to Explain Diabetes Endotypes Alessandra Petrelli et al. Immunology, Transplantation, and Regenerative Medicine 2021.
10. Targeted Metabolomic Analysis of Serum Fatty Acids for the Prediction of Autoimmune Diseases. Dimitris Tsoukalas, Vassileios Fragoulakis, Evangelia Sarandi et. al. Frontiers in Molecular Biosciences, Metabolomics, 2019.
11. Prediction of Autoimmune Diseases by Targeted Metabolomic Assay of Urinary Organic Acids. Dimitris Tsoukalas et al. Metabolites. 2020 Dec 8.
12. Non-communicable Diseases in the Era of Precision Medicine: An Overview of the Causing Factors and Prospects. Dimitris Tsoukalas et al. Bio#Futures. Springer, Cham. May 2021.
13. Micronutrient deficiencies in patients with COVID-19: how metabolomics can contribute to their prevention and replenishment. Dimitris Tsoukalas1,2 and Evangelia Sarandi2,3 BMJ Nutri Prev Heal. Nov. 2020; bmjnph-2020-000169
14. Dietary factors in rheumatic autoimmune diseases: a recipe for therapy? Shani Dahan, Yahel Segal1 and Yehuda Shoenfeld. NATURE REVIEWS | RHEUMATOLOGY. 13 Apr 2017.
15. Mechanisms of mucosal healing :treating inflammatory bowel disease without immunosuppression? Eduardo J. Villablanca et al Nature reviews Gastroenterology & Hepatology April 2022.
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