Maratona per la scienza, la medicina e la prevenzione – Francesco Balducci

Maratona per la scienza, la medicina e la prevenzione

Si è svolta online, lo scorso 19 aprile, una maratona “per la prevenzione”: otto specialisti hanno condiviso i risultati più significativi delle loro ricerche e delle loro esperienze cliniche davanti a una platea di 400 ascoltatori. Quanto conta il sistema immunitario nell’affrontare le malattie? Si può parlare di rivoluzione epigenetica? Quale ruolo svolgono i mitocondri? Ed esiste un modo di nutrirsi – o di integrare – in grado di “riparare” i danni dell’inquinamento ambientale? Di questo e altro si è discusso al dibattito promosso da Epinutracell, azienda leader nella produzione di nutraceutici e nella promozione della salute. Otto i relatori: Mauro Miceli, farmacologo e biochimico; Pier Mario Biava, medico, ricercatore e professore; Ernesto Burgio, pediatra ed esperto di epigenetica e di biologia molecolare; Pier Giorgio Spaggiari, medico, fisico e professore; Francesco Balducci, medico specializzato in medicina della prevenzione e antiaging; Massimo Spattini, medico specializzato in Medicina dello Sport e Scienza dell’ Alimentazione; Elisabetta Bernardini, medico esperta di Medicina funzionale e psiconeuroendocrinologia; Bartolomeo Allegrini, medico, omeopata e omotossicologo.

 

Francesco Balducci 

Presenta la “Medicina anti-aging predittiva e preventiva nell’era dell’inquinamento”. Il tema è importante per renderci meno vulnerabili alle malattie. La medicina preventiva e rigeneratrice non è quella convenzionale ma la tradizionale che tramanda gli insegnamenti del passato, è detta anche ippocratica e “Medicina potenziativa”. La medicina convenzionale accetta il decadimento degli organi, lavora “a valle” cercando di arginare con i farmaci le malattie man mano che si presentano. La preventiva cerca di evitare l’insorgenza delle malattie conservando la piena efficienza fisica e mentale, perché questo è quello che conta.  Aggiungere vita agli anni e non anni alla vita vuol dire conservare la piena efficienza fisica e mentale . Non conta perciò la longevità, l’arrivare a 100 anni costretto a una carrozzella ma avere pienezza, per questo parlerei più di di giovinezza prolungata. Distinguiamo allora fra età cronologica e età biologica, quest’ultima coincide con l’età dei nostri mitocondri, le cosiddette centrali energetiche delle nostre cellule.  Invecchiamo per varie cause; i radicali liberi fanno degenerare le strutture nobili del nostro corpo, le membrane citoplasmatica e i mitocondri. Invecchiamo anche per il decadimento neuroendocrino, dai 35-44 anni il sistema riflette il declino del comparto ormonale. Progressivamente registriamo anche una perdita dell’adattamento agli stimoli ambientali, è una condizione che rende più fragili e vulnerabili.

Ognuno di noi è responsabile al 70% del proprio invecchiamento. L’epigenetica è fondamentale, non siamo solo fatti di geni. Siamo anche quello che mangiamo e  respiriamo, ma siamo anche le  nostre emozioni in risposta allo stress e questa è epigenetica. Solo il 15% della popolazione invecchia in salute; la stragrande maggioranza subisce un invecchiamento patologico. Il nostro corpo ricerca sempre l’equilibrio ma viviamo anche in un mondo inquinato. Per favorire il nostro equilibrio e il corretto funzionamento del sistema immunitario dobbiamo rispettare il nostro microbiota intestinale: avere una flora batterica ricca e diversificata, conferisce maggior resistenza alle malattie. L’infiammazione silente cronica è il preludio di molte malattie, anche il Covid 19 scatena un’infiammazione sistemica. Lo stress ossidativo compromette anche la struttura del DNA. Un serio programma di medicina preventiva dovrebbe  considerare tre aspetti: la storia della malattia; quella del malato e quella del suo essere parte della specie homo sapiens.

Ad esempio l’alimentazione dovrebbe comporsi di cibo elettivo per la specie umana (no junk food) tenendo presente che la restrizione calorica stimola le nostre capacità di difesa. L’attività fisica, che è molto importante, dovrebbe essere costante e duratura, non di tipo agonistico. Il mitocondrio risponde bene sia alle restrizione caloriche che all’attività fisica. Ci si dovrebbe allenare alla forza, alla resistenza, all’equilibrio, alla coordinazione e alla destrezza, qualità che si perdono con gli anni. Integrare l’alimentazione con opportuni prodotti ha senso perché viviamo in un mondo inquinato e in particolari situazioni di stress. Sono ricorrenti con l’invecchiamento sia l’osteoporosi che la sarcopenia, la fragilità ossea e la perdita di tono muscolare. Questo perché calano gli ormoni anabolici e prevalgono cortisolo e insulina. Diminuisce anche la melatonina, sostanza prodotta dalla ghiandola pineale che stimola l’interleuchina 2, potente anti infiammatorio e antagonista del cortisolo. Il cibo pertanto non va considerato come un calderone calorico ma per la sua azione ormonale e per l’equilibrio acido basico che è in grado di favorire. 

Il nostro genoma è lo stesso dei nostri avi cacciatori e raccoglitori. Non siamo fatti per digerire cibi industriali, farine e zuccheri raffinati. Questo tipo di alimentazione, tipica dei Paesi industrializzati, ha provocato una serie di disturbi e malattie che una volta non esistevano. E di cui non vi è traccia presso quelle popolazioni che utilizzano la paleodieta. Cos’è la paleodieta? È la vera alimentazione mediterranea, a base di pesce (pescato), carne (non di allevamenti industriali), ortaggi, frutti e semi oleosi. Malatti degenerative come l’Alzheimer o autoimmuni come le malattie croniche dell’intestino ma anche le patologie cardiovascolari sono favorite dall’eccesso di glutine e dai cereali raffinati. La paleodieta, al contrario, contiene l’infiammazione, rispetta la massa magra ed è equilibrata poiché non eccede nell’apporto proteico. 

Attenzione alla scelta degli alimenti, dalla carne all’olio che deve essere extra vergine d’oliva. Ma anche alle verdure che non debbono avere pesticidi che ci comportano come interferenti endocrini. Il capitolo delle sostanze tossiche che ingeriamo con i cibi o con l’acqua nelle bottiglie di plastica è ampio. Dobbiamo fare i conti con veri avvelenamenti quotidiani, ecco perché siamo così vulnerabili. D’altro canto è utile sapere che alcune sostanze contenute in ciò che mangiamo possono favorire la nostra capacità di detossificazione, i cosiddetti nutraceutici presenti nei semi oleosi, la quercetina del cappero, la curcuma, lo zenzero e l’acido ellagico, per citarne alcuni. 

 

Francesco Balducci

.