Stanchezza e annebbiamento: se fossero muffe?

Stanchezza, annebbiamento del cervello, sindrome da affaticamento cronico. O ancora frequenti raffreddori, sinusiti, patologie polmonari, depressione e vertigini. Potrebbero essere muffe, o meglio micotossine che incidono su tante vie biochimiche, tessuti e organi del corpo.

Queste sostanze chimiche entrano in competizione con i nostri batteri intestinali e incoraggiano lo sviluppo di parassiti e lo sviluppo eccessivo di lieviti, come la candida.

L’esposizione a muffe provoca una forte reazione del sistema immunitario, che rilascia una grande quantità di molecole di segnalazione infiammatoria; esse dovrebbero proteggere il corpo dalle muffe ma, se non vengono controllate, possono danneggiare il cervello, l’intestino, il fegato  e persino il DNA.

Muffe: cosa sono?

Le muffe sono organismi fungini che si sviluppano in ambienti umidi, si nutrono di preferenza di materiali a  base di cellulosa, compresi molti di quelli che utilizziamo per costruire gli edifici! Le micotossine sono  metaboliti secondari prodotti dalla muffa, che hanno effetti dannosi sulla salute.

Ma non le troviamo solo in ambienti umidi, come potrebbero essere gli edifici in cui abitiamo. Tanta parte delle muffe viene dall’alimentazione, in particolare da cereali, latticini, frutta secca, birra, caffè e vino.

La loro presenza è rivelata da sintomi, come stanchezza e annebbiamento, che però sono comuni a tantissime alterazioni, squilibri o patologie.

Perché le muffe portano stanchezza e annebbiamento?  Aumenta il carico di tossine

La muffa e le micotossine fanno aumentare il carico di  tossicità: se da un lato il corpo ha dei sistemi per eliminare questi composti, l’esposizione cronica a muffa  può rapidamente vanificare le vie di disintossicazione.

Inoltre, molte  micotossine sono lipofile, che significa che si accumulano rapidamente nei tessuti adiposi del corpo e non  vengono rimosse facilmente.

Se non si annidano nei tessuti adiposi, le micotossine si legano agli acidi biliari e circolano tra  l’intestino tenue e il fegato in un processo chiamato circolazione enteroepatica. Se gli acidi biliari non sono espulsi regolarmente tramite le feci, le micotossine rientrano in circolo, causando danni.

Ci va di mezzo il microbioma

Il microbioma intestinale è gravemente danneggiato dalle muffe. Queste  sostanze alterano l’equilibrio di batteri buoni e cattivi nell’intestino, riducendo i batteri buoni e stimolando  la crescita di microbi opportunisti e patogeni.

L’esposizione a micotossine danneggia anche il glutatione, una molecola di segnalazione antiossidante che combatte i radicali liberi e regola le funzioni immunitarie.

Probiotici e alimentazione corretta possono essere un ottimo inizio per combattere contro le muffe, le micotossine e i sintomi di stanchezza, annebbiamento e infiammazione che esse portano con sé.

L’epigenetica, come contrasto alle muffe, alla stanchezza, all’annebbiamento e agli altri danni

La ricerca in vitro rivela che le cellule immuni di persone esposte a muffa rilasciano quantità più elevate di  molecole di segnalazione infiammatoria interleuchina-1 alfa (IL-1alfa), IL-12, RANTES, fattore-beta di  necrosi tumorale e fattore di crescita endoteliale vascolare, rispetto alle cellule di persone che non hanno  un’anamnesi di esposizione a muffa. Tuttavia, secondo gli autori, i meccanismi epigenetici possono  contrastare l’attività infiammatoria causata da esposizione cronica a muffa.

L’infiammazione neurologica è una delle più comuni caratteristiche della malattia della muffa e possono generare annebbiamento del cervello, depressione e disfunzioni cognitive. Anche le micotossine  danneggiano il sistema immunitario e possono addirittura riattivare infezioni latenti.  L’esposizione  cronica a muffa danneggia a sua volta la risposta immunitaria a patogeni, aumentando il rischio di infezioni  opportunistiche.

Come sapere in 15 minuti se muffe e micotossine stanno danneggiando l’organismo?

Il test dei marcatori epigenetici SDrive ci consente di rilevare, fra innumerevoli altre cose, anche la presenza di muffe, oltre a virus, spore e funghi.

Le muffe rilasciano nell’atmosfera spore che possono avere un impatto negativo anche sugli ambienti in cui viviamo. L’intestino e il fegato devono compiere lavoro extra per disintossicarsi e rimuoverli dal corpo e SDrive, con la sua profondità di rilevazione, consente al medico di avere una mappatura totale dell’organismo oltre a un piano alimentare a 90 giorni, dove vengono segnalati i cibi che sono in dissonanza energetica con il corpo e che quindi rallentano le attività metaboliche.

SDrive, usando il biomarcatore più efficace e non invasivo, ovvero la radice dei capelli, è in grado di fare una enorme risonanza, una fotografia istantanea del sistema corpo per offrire al medico un supporto impareggiabile nella diagnosi e nella cura.

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