Dieta-Intestino-Metaboliti: le tre aree da monitorare per la nostra salute

Solo di recente, la medicina ha colto l’essenzialità del microbiota, ovvero la flora di batteri e microrganismi che abitano il nostro intestino. E ormai, è pura evidenza che uno squilibrio forte del microbiota, definito disbiosi, sia foriero di malattia ma non solo. Il microbiota interagisce con il sistema immunitario e lo orienta.

Ma vi è di più. Dall’incrocio di un certo tipo di dieta con la situazione dei batteri presenti nell’intestino,  deriva la produzione di alcuni metaboliti che passano nel sangue, modulando la struttura e la funzione dei nostri organi, compreso il cervello.

Dieta, intestino, metaboliti: catturare la complessità biologica individuale è la sfida prossima

Moltissime condizioni di malattia derivano da uno squilibrio indotto dalla dieta inappropriata, che porta alla disbiosi. Ogni individuo la ha sua complessità biologica e rilevarla è spesso il segreto per far sì che la disbiosi non si trasformi in malattia.

Nei prossimi anni, si prevede la ricerca sulla rilevazione di metaboliti e impronte biologiche specifiche, al fine di guarire meglio e con maggiore profondità di analisi.

I medici del futuro diverranno veri e propri ingegneri del microbiota, manipolando a nostro favore le comunità di batteri a cui offriamo ospitalità.

Queste dinamiche assumono una particolare rilevanza durante alcune finestre vulnerabili dello sviluppo, sia durante lo sviluppo fetale, sia nel corso dei primi anni di vita del bambino.

Virus, muffe, spore, funghi, batteri: cosa sta alterando il tuo microbiota?

Sono in fase di sviluppo tante tecnologie per rilevare lo stato microbiologico individuale: ad esempio kit per l’esame metabolomico delle urine o ricerche di microbiomica, relative ai geni che il microbiota è in grado di esprimere.

Gli antibiotici ad esempio sono nemici del nostro microbiota. Per questo la capacità diagnostica e predittiva del medico deve crescere: il ragionamento clinico su ogni paziente deve prevalere su un generico protocollo che non può contemplare le differenze individuali. Ogni paziente è unico. La strada del futuro è segnata e tende verso la medicina individualizzata, cucita su misura in maniera sartoriale su ogni singolo paziente e capace di una prevenzione efficace per ciascun individuo.

Riattivazioni virali? Disbiosi? Il test S-Drive può rivelarlo in 15 minuti

L’intelligenza artificiale e le tecnologie di risonanza possono offrire un grande assist alla medicina.

Una visione profonda e tridimensionale dell’organismo è consentita dal  dispositivo S-Drive, una tecnologia in grado di mappare oltre 800 marcatori epigenetici partendo dal bulbo del capello, uno dei bio-marker più potenti del nostro organismo: in 15 minuti avremo un report completo su vitamine, aminoacidi, minerali, acidi grassi, antiossidanti, impatto ambientale, metalli pesanti, campi elettromagnetici.

In particolare, S-Drive è in grado di rilevare gli indicatori di supporto del metabolismo epatico, di stomaco e intestino, dell’apparato circolatorio. L’approfondimento metabolico potrà dirci con precisione ancora maggiore se le cellule stanno espletando le loro attività in situazione di stress o seguendo il normale tracciato fisiologico.

L’importanza dell’energia degli alimenti!

La dieta va valutata non solo in termini di calorie, ma altresì di idoneità. In questo la biofisica è preziosa: vi sono alimenti che a prima vista non sembrano mostrare particolari problemi ma che obbligano il corpo a spendere una maggiore energia per digerirli. Quando si trova a dover “combattere” contro gli alimenti, il corpo finisce per utilizzare l’energia da un’altra sua fonte per poter digerire e liberare i nutrienti chiave. Pertanto è importante mangiare alimenti che siano di supporto allo stato complessivo dell’organismo. Il report S-Drive ci dà un piano nutrizionale a 90 giorni basandosi anche su questo aspetto e segnalando i cibi attualmente “ostili” all’economia del corpo. La dieta è sempre un ottimo punto di partenza: S-Drive ci sarà un quadro complessivo da cui il medico può partire per sanare l’intero sistema, intestino compreso.

 

 

 

 

 

 

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